Perchè sbadigliare è così contagioso?

A scuola, in macchina, al lavoro, quando lo sbadiglio ti viene, ti viene. Comincia a insorgere un certo languorino, un po’ di freddo e anche voglia di dormire. Come si fa a non trattenere un sano e spontaneo sbadiglio? Che infatti sorge immediato.

Ed ecco che subito arriva di rimando quello del vicino di banco. E poi quello del suo vicino. E dell’altro ancora. In meno di due minuti tutto la classe, l’ufficio o chi ci sta vicino, sta sbadigliando: il movimento di mandibole che si aprono come le fauci di un leone affamato si propaga alla velocità della “hola” allo stadio.

sbadiglio
Chissà quante volte vi è capitato. Basta uno sbadiglio che subito parte una raffica di reazioni a catena. Vi siete mai chiesti perché? Io e il mio ragazzo ce lo chiediamo ad ogni sbadiglio insieme tanto che alla fine mi ha convinta a cercare una risposta a questa domanda.

Innanzi tutto, perchè sbadigliamo? Sbadigliare è un atto assolutamente naturale, scatenato dai fattori e situazioni pocanzi citati (fame, freddo, sonno) e tutti gli animali, persino i pesci, lo fanno.

Molti credono erroneamente che lo sbadiglio non sia altro che un semplice “segnale” dell’individuo per manifestare la propria noia o un indice di sbadiglio-contagioso (3)cattiva digestione. In realtà è un segno di stanchezza (infatti si sbadiglia più frequentemente quando si è deboli, la sera, prima di andare a dormire) o una risposta autonoma dell’organismo che si accorge di avere bisogno di maggiore quantità di ossigeno e quindi cerca, con una respirazione particolarmente intensa e forzata qual è appunto lo sbadiglio, di compensare al deficit facendo allargare gli alveoli polmonari. Questi sono piccole sacche nelle quali avvengono gli scambi tra aria e sangue: l’aria che respiriamo rilascia ossigeno che viene incorporato nei globuli rossi per essere trasportato in circolo, mentre il sangue “in arrivo” scarica negli alveoli anidride carbonica di scarto perché questa venga eliminata con la respirazione.

Tuttavia i motivi per cui lo sbadiglio è contagioso, prerogativa questa dei soli esseri umani e di alcune specie di scimpanzé, sono ancora ignoti alla scienza. E anche le ragioni per cui alcuni soggetti sono più influenzati a “pandiculare” (questo il termine scientifico secondo Wikipedia) quando vedo o sentono (nel buio di un cinema per esempio) altre persone sbadigliare.

sbadiglio-contagioso (1)Questione d’empatia? Così si pensava. Ma una ricerca pubblicata sul numero del 14 marzo di Plos One e condotta da Elizabeth Cirulli e colleghi del Duke Center for Human Genome Variation (Carolina del Nord, Usa) evidenzia che non c’è nessun collegamento tra le doti empatiche di una persona, cioè la sua capacità di percepire e capire le emozioni altrui, e la sua propensione a esser contagiata dagli sbadigli.

E nemmeno dipende dal suo grado d’intelligenza, dalla stanchezza e non varia secondo le ore del giorno, come diversi ed autorevoli precedenti ricerche accademiche supportate da esami come la risonanza magnetica a immagini avevano dimostrato.

E allora quali sono le cause? Per scoprirlo i ricercatori hanno fatto vedere a 328 volontari un filmato di tre minuti di persone che sbadigliano. E hanno annotato quanti soggetti e quante volte hanno sbadigliato durante la proiezione: 322 almeno una volta, dimostrando che il gesto è contagioso.  La Cirulle afferma:

“La mancanza di associazione tra sbadiglio ed empatia emersa nel nostro studio, il più completo ed esaustivo eseguito finora, suggerisce che non è semplicemente un prodotto della propria capacità empatica, intellettiva o delle condizioni fisiche”.

Infatti prima del test è stato valutato il livello di empatia, stanchezza, qualità del sonno e molti altri parametri in ciascun soggetto. L’unico fattore che sembra influenzare in modo rilevante il contagio da sbadiglio è l’età. L’avreste mai detto? Più si è vecchi, meno si sbadiglia. Penserete: a che scopo si finanziano studi di tal genere? Ma un motivo preciso c’è.

L’età influisce solo per l’otto per cento in questa fenomenologia comportamentale. Quindi, secondo i ricercatori, la propensione allo sbadiglio contagioso di quell’otto per cento di soggetti potrebbe essere di causa genetica. E siccome anche le persone autistiche e chi soffre di schizofrenia sono poco contagiate, scoprire quali geni e quali variazioni genetiche sono responsabili di questo meccanismo potrebbe portare a comprendere meglio il contributo genetico all’insorgere di tali patologie.

Allora, ve l’aspettavate?

FONTI DELLE IMMAGINI:
http://www.spaghettimag.it/perche-lo-sbadiglio-e-contagioso/
http://tuttosu.virgilio.it/tutto-su/sbadiglio.html
e la rete 🙂

di Monia De Tommaso

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21 idee creative fai da te 3D per decorare i tuoi spazi

Se state pensando di dare un tocco di colore e vivacità ad una vostra grande e noiosa parete bianca allora sappiate che una bella immagine e pittura fresca non sono le uniche soluzioni. Precedentemente avevo dato alcune idee per decorare le pareti della propria abitazione ma perchè non aggiungere altre idee sulle decorazioni 3D davvero creative per le vostre stanze? È un’opzione davvero divertente per decorare e, soprattutto, renderti orgoglioso di una tua creazione fai da te. Dai un’occhiata a queste 21 idee fai da te per delle decorazioni 3D per la tua casa.
Dal cartone per esempio, si può realizzare praticamente qualsiasi forma che ti piace, da ritagliare e appendere. Le buste possono invece aggiungere uno strato interessante al tuo muro. Le farfalle sono davvero popolari nell’arte delle decorazioni da parete, per non dire poi che sono davvero graziose! Allo stesso modo lo sono i fiori, che possono essere realizzati in una grande varietà di materiali, forme e dimensioni. Un po’ della vita all’aria aperta può essere portata in casa per un effetto unico. Siate creativi anche con i ciottoli!

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Allora, trovato qualche idea interessante?
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di Monia De Tommaso

I benefici di dormire sul fianco sinistro

Su quale lato del corpo preferite dormire? Forse non sapete che dormire sul lato sinistro potrebbe essere una nuova fonte di benefici per la vostra salute. Ecco perché dovremmo provare a dormire sul lato sinistro.
In base all’Ayurveda, il lato sinistro del corpo è completamente diverso dal lato destro e enfatizzare l’abitudine di dormire sul lato sinistro ha degli effetti positivi sia sulla salute che sulla longevità.

Secondo l’Ayurveda, l’antica medicina tradizionale indiana, dormire sul lato sinistro facilita il drenaggio linfatico, migliora la circolazione del sangue verso il cuore e favorisce l’eliminazione delle tossine, incoraggia una digestione corretta ed è benefico per il flusso della bile. L’Ayurveda sostiene che l’eliminazione delle tossine avviene in modo più efficace coinvolgendo il sistema linfatico sul lato sinistro del corpo. Il sistema linfatico è fondamentale per disintossicare il nostro organismo e dormire sul lato sinistro può favorire proprio il suo corretto funzionamento.
Inoltre, dormire e riposare sdraiati sul fianco sinistro faciliterebbe un migliore passaggio degli scarti della digestione attraverso l’intestino, in particolare verso il colon discendente. Al mattino per il corpo sarà più semplice occuparsi del vero e proprio processo di eliminazione.

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Un organo molto importante di cui forse a volte ci dimentichiamo si trova proprio sul lato sinistro del corpo. Si tratta della milza. La milza fa parte del sistema linfatico è svolge il compito di filtrare il sangue. Il suo lavoro è facilitato dalla gravità quando siamo sdraiati sul fianco sinistro.
E per quanto riguarda la digestione? Al di là del vero e proprio riposo notturno, l’Ayurveda suggerisce di sdraiarsi sul fianco sinistro per 10 minuti dopo i pasti per aiutare il corpo a digerire correttamente il cibo. In questo modo infatti lo stomaco e il pancreas sarebbero nella posizione ideale per digerire.

I benefici del riposo sul lato sinistro del corpo non riguardano soltanto quanto sottolineato dall’Ayurveda. La Nemours Foundation, ad esempio, sottolinea che dormire sul fianco sinistro è molto utile in gravidanza.
In particolare, dormire sul fianco sinistro in gravidanza è benefico per la circolazione, fa in modo che l’utero non provochi troppa pressione sul fegato, migliora il flusso del sangue verso l’utero e i reni e dà sollievo alla schiena alleviando i dolori.

Dormire sul lato sinistro del corpo può contribuire a prevenire i bruciori di stomaco e aiutare chi russa quando di solito è sdraiato sulla schiena a respirare meglio. Anche i dolori al collo e il mal di schiena possono riguardare il modo in cui si dorme. Sul fianco di solito ci troviamo in una posizione più naturale ma dobbiamo anche saper scegliere un cuscino adatto e il materasso giusto. Dobbiamo comunque ricordare che, anche se ci addormentiamo sul fianco sinistro, di notte tendiamo normalmente a girarci e a cambiare posizione. Se il vostro medico – ad esempio il ginecologo – vi ha raccomandato di dormire sul lato sinistro per motivi di salute, chiedete direttamente a lui dei consigli ulteriori per mantenere comodamente questa posizione.

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Tuttavia, non sempre si suggerisce di dormire sul lato sinistro del corpo. Il medico in alcuni casi e in specifiche condizioni di salute potrebbe raccomandare di dormire sul fianco destro, con particolare riferimento alle persone che hanno avuto un infarto e ai problemi cardiaci. Ad esempio, dormire sul lato destro potrebbe ridurre la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, mentre dormire sul fianco sinistro potrebbe avere un effetto negativo sull’attività del sistema nervoso simpatico, che si occupa proprio di regolare battito cardiaco e pressione sanguigna.
Inoltre, il cuore potrebbe trovarsi in una posizione migliore proprio quando siamo sdraiati sul fianco destro. Si tratta in ogni caso di un argomento che la scienza dovrà approfondire.

Concludendo, ognuno sceglierà la posizione in cui dormire a seconda delle proprie condizioni di salute. Se ci si trova in un periodo particolare – ad esempio durante la gravidanza o in convalescenza dopo un infarto – è importantissimo seguire i consigli di un esperto riguardo la posizione migliore da mantenere durante il sonno.
Infine, alcune persone potrebbero trovare molto scomodo dormire sul lato sinistro e preferire la posizione supina o sul fianco destro. Molto può dipendere dalla propria conformazione fisica, dal tipo di cuscino e di materasso che si utilizzano e preferiscono.
Quindi a differenza di quanto si possa credere, per sentirsi ‘più leggeri’ dopo i pasti basterebbe una siesta di 10 massimo 15 minuti.

Dormire sul lato sinistro pare dunque un piccolo trucco per ritrovare subito l’energia dopo il pasto senza passare per lunghi minuti di spossatezza.
Provare per credere!

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di Monia De Tommaso

Naim Josefi e le sue scarpe create con la stampa 3D

Unendo minimalismo e fantasia, il designer svedese Naim Josefi ha aperto una nuova porta verso il futuro. Raffrontato a icone come Alexander McQueen, Josefi si è già affermato come sinonimo di incredibile innovazione. Tornato nel 2012, Josefi ha vinto l’opportunità di mostrare la sua raccolta alla Mercedes Benz Fashion Week come vincitore sul fashion design reality show Project Runway, e ha continuato a ispirare e stupire. Con la sua innata capacità di stare un passo avanti alla moda, Josefi ha dimostrato di non aver paura di sperimentare nuovi materiali e tecnologie. Dopo aver collaborato con il designer Johan Walden per la sua collezione, Wana, di gioielli per le mani con accenti sensuali e intrecci realizzati in pizzo, Josefi ha deciso di cambiare stile e stupire ancora una volta.

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In netto contrasto con la morbidezza strutturale dei gioielli, Josefi ha fatto debuttare la prima scarpa generata in 3D generati, stampata da Materialise. Ispiratosi a strutture microbiologiche, Josefi ha progettato Melonia, con tallone in struttura porosa, architettonica e anatomica allo stesso tempo.
Una prodezza strutturale della tecnologia personalizzata per soddisfare i vostri piedi. In primo luogo, il piede viene analizzato per stabilire la sua forma, angoli e contorni. Poi, un modello 3D viene creato per adattarsi alla forma esatta del vostro piede. Il file del disegno viene inviato alla stampante 3D in cui si costruiscono le scarpe, strato dopo strato. Le scarpe sono quindi pronte per essere indossate immediatamente.

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Anche se Josefi spiega che “non sono scarpe fatte per una passeggiata in città”, la personalizzazione della scarpa lascia spazio ad un vero comfort. Etichettato come un “prodotto ecologico”, i materiali di Melonia sono ottimali per il riciclaggio e quindi la duplicazione. L’ingegnosità di queste scarpe è stata approvata anche dall’appassionata di moda radicale Lady Gaga, e ha guadagnato una nomination per il prestigioso Brit Insurance Award.
Josefi ha descritto le scarpe come una sorta di visione futuristica di una società ideale, dove sono messe a fuoco le individualità delle singole persone e allo stesso tempo vengono unite.

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Cosa ne pensate?

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http://www.coolhunting.com/style/fashion-x-technology-naim-josefi.php

di Monia De Tommaso

Come creare una bella e resistente borsa per macchina fotografica

Oggi immortalare ogni momento prezioso della nostra vita è diventato fondamentale. Portiamo la nostra macchina fotografica ovunque per rendere i nostri ricordi vividi in futuro. Tuttavia portarcela ovunque a volte diventa problematico, soprattutto quando abbiamo bisogno di potare con noi anche altre apparecchiature.

In vista del Natale, vi pubblico questo articolo dove una giovane americata ispirata da un design di Joy Kelley, ha realizzato la sua borsetta per fotocamera. Il vantaggio principale di questo prodotto è un inserto imbottito e flessibile, che può essere regolato a seconda della macchina che desideri trasportare. Sembra resistente e più originale di una normale borsa per fotocamera. Ovviamente questa idea può essere arricchita anche di altri elementi come cerniera e tracolla.

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Allora, cosa ne pensate? Qual è la tua opinione su questo vettore? Avete fatto i vostri elementi portanti della fotocamera? Stiamo aspettando di vederlo. È inoltre possibile condividere altre esercitazioni vettore sacchetto cucito sul nostro sito web.

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di Monia De Tommaso

10 consigli per pulire quanto avete nella borsetta del trucco

Care ragazze, è importante quello di scegliere il sacchetto del trucco in base al numero di prodotti che si utilizza, ma è anche necessario considerare che dovrebbe essere tenuto costantemente ordinato e non contenga troppo. Sapete? Basta che sia sufficientemente grande per contenere la cipria il mascara, il gloss e il blush. Al giorno d’oggi ci sono troppi prodotti di bellezza che vanno ad occupare lo spazio dei nostri porta trucchi che devono essere tenuti costantemente puliti. Oggi ho preparato per voi un articolo con alcuni suggerimenti che mostrano come pulire alcuni dei vostri accessori per il make-up. Vediamoli insieme.

1. La borsetta del trucco. Svuotate la vostra borsetta o sacchetto che sia e risvoltatela da dentro a fuori. Pulirla con delle salviette struccanti sarà un gioco da ragazzi!

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2. Modo alternativo per pulire il piegaciglia. La fiamma purifica, disinfetta ed è una buona soluzione per rimuovere il mascara accumulatosi sul nostro piegaciglia.

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3. La conservazione del rossetto. Riponete il vostro rossetto nel frigorifero durante la notte per uccidere i germi e i batteri che vi si possono depositare sopra.

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4. Come pulire una testina di Clarisonic. Di che sto parlando? In commercio esistono delle spazzole per lo scrub del viso con testine rimuovibili. Le testine vanno cambiate con regolarità ma la loro durata può essere prolungata con la giusta manutenzione. Prendete una noce dello shampo per bambini (perchè risulta più delicato), mettetelo sul palmo e posizionatevi sopra il pennello facendovi dei movimenti circolari per strofinarlo bene per poi risciacquarlo. In un bicchiere metteteci ¼ di acqua e ¼ di perossido di idrogeno e versateci la spazzola che deve restare in ammollo per circa 15-30 minuti. Sconsiglio di lasciarla lì per più di 30 minuti, perché potrebbero danneggiarsi le sue setole.

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5. Come pulire le ciglia finte. Alcool isopropile al 70%, un pennellino per il mascara pulito e le vostre ciglia finte ritorneranno come nuove!

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6. Come pulire il vostro pennello del blush. Prima di sterilizzare i vostri pennelli è necessario rimuovere l’eccesso di trucco che vi è rimasto tra le sue setole. Applicate una piccola quantità di sapone (meglio se shampo per bambini) nel palmo della vostra mano e poche gocce di olio d’oliva e fateci roteare sopra le setole del pennello. Sciacquate con acqua tiepida e tamponatelo su un’asciugamano. In un bicchiere versate un pò di alcool e immergeteci la punta del pennello agitando per alcuni secondi. Eliminate eventuali tracce restanti di alcool e lasciate il pennello ad asciugare. Assicuratevi che siano completamente asciutti prima del prossimo utilizzo altrimenti le polveri del trucco vi si accumuleranno tra le setole del pennello.

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7. Come pulire le spugnette per il trucco. Una parola: sapone.

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8. Come disinfettare il vostro trucco. Ebbene, anche le polveri che usate possono essere focolai batterici. Come disinfettarli? Prendete un flaconcino con nebulizzatore o spry e metteteci dentro dell’alcool isopropile al 91%. Spruzzate questa sostanza sulle vostre polveri e il gioco è fatto. Tranquille perchè l’alcool evapora quindi non ne resteranno tracce anche se i vostri prodotti risulteranno disinfettati.

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9. Come disinfettare il temperamatite per il trucco. Prendete un cotton fiock e inumiditelo con l’alcool isopropile. Passatelo sulle lame del temperamatite e infine passateci un cotton fiock pulito per asciugarle e un pannetto struccante per completare l’operazione.

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10. Come pulire la spazzola per capelli. La vostra spazzola è diventata un informe groviglio di capelli? Allora tagliateli con le forbici e poi immergetela in una soluzione di acqua e bicarbonato per disinfettarla. Risciacquatela e asciugatela bene e vedrete che sarà ritornata come nuova.

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11. Come pulire il ferro per capelli. Questa soluzione l’ho trovata online e non l’ho mai usata quindi non assicuro niente. Una ragazza suggeriva di prendere una piccola spugna retinata (senza metterci sapone ovviamente) e strofinarla delicatamente sul ferro. Lei ha assicurato che in 5 minuti e meno ritorna come nuova. Ovviamente i risultati dipendono molto anche dalla qualità del ferro per capelli.

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Ragazze, che dirvi? Provate, provate, provate!

FONTE DELLE IMMAGINI:
http://allforfashiondesign.com/11-useful-ways-to-clean-everything-in-your-makeup-bag/

di Monia De Tommaso

Come motivare un bambino a fare i compiti

Tutti siamo stati bambini e come tali ci ricorderemo quando arrivava il momento di fare i compiti. Avremmo preferito uscire a giocare con i nostri coetanei, invece ci toccava stare chiusi in casa a fare i compiti per il giorno dopo. I nostri genitori si arrabbiavano spesso con noi perché non volevamo studiare, magari ci privavano del nostro “gioco” preferito se non facevamo il nostro dovere. Adesso che siamo cresciuti ci troviamo dalla parte del genitore e le cose diventano più difficili. Se il bambino non è motivato a studiare non dovete preoccuparvi, da bambini non siamo quasi mai motivati a fare qualcosa se non giocare. Vediamo allora come motivare un bambino a fare i compiti.

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Dopo una giornata di scuola, il bambino sarà stanco e quindi dovrete avvicinarlo ai compiti in modo divertente. Ricordate al vostro bambino il detto “prima il dovere e poi il piacere”! Una volta che il bambino avrà finito i suoi compiti elogiatelo, questo è molto importante. I compiti del bambino potrebbero essere anche un motivo per avvicinarvi l’ un l’ altro. Se avete del tempo a disposizione, infatti, potrete svolgere insieme al piccolo le lezioni. In questo modo il bambino sentirà meno fatica. Una volta che il bambino avrà finito le sue lezioni potrete uscire insieme a fare una passeggiata o potrete fare un gioco insieme!

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L’ambiente di studio è molto importante, accertatevi che quest’ ultimo sia ben illuminato. Dovrà essere il bambino a scegliere il suo posto per studiare. Le distrazioni dallo studio possono essere tante, (ad esempio la televisione, il computer, la musica), cercate quindi di minimizzarle al massimo. Dopo un’ ora di studio date al bambino la possibilità di fare una sosta di circa 30 minuti nella quale il bambino potrà giocare, fare merenda e distrarsi.

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Se disponete di un piccolo giardino, potrete far studiare vostro figlio all’ aperto. È più salutare e divertente! Non dovrete commettere l’ errore di fare i compiti voi al posto del vostro bambino. Standogli accanto, dovrete solo assicurarvi che svolga le lezioni in modo adeguato correggendolo quando sbaglia e spiegandogli passaggi poco chiari o parole nuove. I risultati a scuola sono importanti ma non sono tutto! Quando un bambino prende un brutto voto non dovrete sgridarlo o punirlo, ma semplicemente incoraggiarlo a fare di meglio. L’importante è infatti che il bambino si impegni al massimo.

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di Monia De Tommaso

Storia dello stiletto

Tra tutti i miracoli della moderna tecnologia calzaturiera, lo stiletto è forse il più stupefacente. Noto anche col nome di tacco a spillo, lo stiletto con i suoi 12 cm di altezza, fece irruzione sulla scena della moda all’inizio degli anni ’50. Vivier iniziò a disegnare tacchi stilizzati di 10 cm, applicandoli alle classiche scarpe dècolletè a punta allungata. Per la rivista francese di Vogue fu amore a prima vista e li battezzò col nome di “stiletto”.Vivier non fu però l’unico stilista a sperimentare questo nuovo tipo di tacco dalla linea sottile. Andrè Perugia e Charles Jordan avevano fatto ricerche in questo campo in Francia, così come Beth Levine negli Stati Uniti e Salvatore Ferragamo in Italia. Ma Vivier aveva un netto vantaggio su tutti gli altri: lavorava con il sarto più chiacchierato del mondo, e l’attenzione ossessiva che suscitava qualsiasi capo uscisse dall’atelier Dior fece sì che il tacco a spillo di Vivier fosse il primo a essere notato dalle riviste di moda.

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Herbert Levine Inc. 1958

Qualsiasi stilista si fosse cimentato nella creazione di un tacco alto e affusolato, aveva dovuto fare i conti con i problemi che nascevano durante la fase di sviluppo del design. Il tacco tradizionale era di legno e, di conseguenza, se lo si voleva allungare era necessario che la struttura restasse massiccia, altrimenti al primo sforzo o pressione avrebbe rischiato di spezzarsi. E così il tacco affusolato dei primi anni ’50 era ancora relativamente spesso. Vivier sperimentò i primi sandali futuristici con il tacco d’acciaio argentato di 10 cm nel 1951 e gli stilisti italiani adottarono il suo stile.

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Roger Vivier per Dior 1957

Nel 1956, in occasione di una fiera commerciale, fu esposto un tacco di plastica nel cui fusto era stato inserito una sorta di tappo d’alluminio che lo rendeva molto più robusto di un tacco di legno. Con questo nuovo stratagemma, i tacchi potevano essere ultrasottili e resistenti, e alla fine degli anni ’50 il tacco da 12,5 cm era diventato di uso comune. I diversi esemplari erano costruiti in modo identico, non diverso da quello impiegato per i grattacieli, con un’anima di metallo racchiusa da un affusolato rivestimento di plastica simile a una trave, a sorreggere il peso della donna che li calza.

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I calzolai apprezzavano molto questo tipo di scarpa perché il piccolo salvatacco doveva essere sostituito di frequente. I dottori ne sconsigliavano l’uso, a causa del rischio di distorsione o frattura a cui le donne esponevano le caviglie. Comunque, alla fine degli anni cinquanta questo tipo di scarpa era l’unico considerato veramente alla moda. Quando i tacchi a spillo erano applicati a modelli a ciabatta, era particolarmente difficile camminarci o perfino tenerli ai piedi, poiché l’inclinazione della suola faceva sbattere il retro della scarpa facendola volare via all’improvviso. Un rimedio a questo inconveniente fu trovato con l’invenzione di un inserto di pelle ed elastico che correva sotto l’avampiede e serviva a tenere la suola in tensione, spingendola verso l’alto per tenere il piede a stretto contatto col quarto anteriore. Creato da Maxwell Sachs nel 1954, questo ingegnoso sistema fu usato per la prima volta quello stesso anno su un paio di scarpe disegnate dalla stilista Beth Levine. Le sue scarpe a calamita, così chiamate perché l’elastico sembrava tenere il piede attaccato alla suola come una calamita, furono realizzate in crepe di seta nera.

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Winklepicker, attribuite a Margaret Jerrold, 1960

Arrivati al 1959, il tacco a spillo aveva raggiunto la sua massima altezza: 15 cm di acciaio affilato ricoperto di materiale plastico, con una punta di ferro che faceva le scintille a contatto con l’asfalto della strada. Più si alzavano i tacchi e più si allungavano le punte delle scarpe, facendole somigliare a rielaborazioni delle “poulaine” del XIV secolo. La nuova versione fu chiamata “winklepicker” dal nome dello strumento usato per togliere le lumache di mare dai loro gusci. L’evidente feticismo di questo look sexy e trasgressivo cominciò a provocare commenti. Ritenuti simbolo di aggressività, di provocazione sessuale e di sfida giocosa, i tacchi a stiletto divennero ben presto l’emblema della ragazza “cattiva”. Negli anni sessanta, lo stiletto registrò un calo di popolarità, contemporaneamente all’avvento di stivali e scarpe a tacco basso, ritenuti più adatti ad accompagnare salopette e minigonne. Tuttavia lo stiletto era destinato a tornare in auge alla fine degli anni settanta e poi negli anni novanta…e a diventare uno degli accessori più sensuali della donna intraprendente.

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di Monia De Tommaso

How to fai da te: come creare una sciarpa intrecciata

Natale è quasi arrivato e qualche idea fai da te potrebbe esserci utile per fare regali davvero unici. Perchè no? Anche a noi stesse! Oggi voglio proporvi un’idea hand made che ho trovato online: una sciarpa intrecciata. Quella che vi riporto è realizzata con semplici t-shirt in cotone ma potete usare anche altre stoffe! La sciarpa che vi proporrò è realizzata in modo semplice per fare un accessorio in modo economico e semplice. L’idea è quella di legare due parti diverse della t-shirt (oppure fasce di lana intrecciata, vedete voi) facendo un intreccio.

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Ho trovato questo tutorial su blog Put up your dukes; l’autore spiega ogni singolo passo in modo molto preciso e chiaro. L’unico problema in cui si potrebbe incorrere è l’uso della macchina da cucire, ma credo che voi sappiate usarla oppure conosciate qualcuno che potrebbe aiutarvi a terminare la vostra sciarpa.

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Realizzate la vostra sciarpa intrecciata per le giornate fredde e fatemi sapere com’è andata!

FONTE DELLE IMMAGINI:
http://www.handimania.com/sew/braided-scarf.html

di Monia De Tommaso

Rimuovere il make-up: cose da sapere

Se pensate che un detergente viso sia esattamente la stessa cosa dello struccante, beh ripensateci. Lo struccante è progettato per rimuovere specificamente i cosmetici colorati, tra le quali le formule impermeabili più ostili come quelle adoperate agli occhi (pensate agli eyeliner o mascara).
Ricordo che struccarsi è un’operazione che dovrebbe essere fatta prima che la pelle venga realmente pulita prima della notte. Per saperne di più circa l’importanza di questo passaggio essenziale, continuate a leggere.

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Perché avete bisogno di struccarvi? Quando si purifica la pelle, con lo sfregamento potete eliminare lo sporco che si è posato sulla cute durante tutta la giornata e potete rimuovere il trucco che si è oramai ossidato. Al fine di prendersi cura di un colorito di pelle sano, è fondamentale rimuovere il trucco che ne intasa pori ancor prima di purificare la pelle. Assicurarsi che ogni traccia di trucco sia stata rimossa significa avere una pelle più chiara, senza sblocchi, e avere i propri occhi meno gonfi e scoloriti.

Per la pelle grassa: solitamente gli oli sono un ottimo ingrediente per la rimozione di trucco, tuttavia, chi ha la pelle grassa può provare un’acqua detergente, o acqua micellare, per rimuovere il trucco senza aggiungere untuosità.

Per le pelli miste: struccanti a base di olio o di olio detergente sarebbe una grande opzione per i tipi di pelle mista. Inoltre, gli oli presenti nell’olio detergente potrebbe effettivamente aiutare a bilanciare la zona T del vostro viso.

Per la pelle secca: la cosa migliore per queste pelli è un olio detergente o balsamo, che rimuova il trucco e pulisca la pelle senza privare l’epidermide dei suoi oli essenziali. Inoltre, questi prodotti generalmente sono ottimi detergenti e struccanti, due in uno.

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Consigli e suggerimenti:

  • L’acqua micellare è l’ideale per le pelli sensibili.
  • Gli struccanti a base di olio includono anche ingredienti a base d’acqua, che quindi restano separati da quelli oliosi. Assicuratevi dunque di agitare il flacone prima dell’uso.
  • Gli struccanti specifici per togliere il trucco intorno agli occhi sono progettati particolarmente per l’uso intorno alla zona degli occhi sensibili. Essi possono rimuovere i mascara waterproof senza alcuna irritazione.
  • Avete bisogno di struccarvi durante i viaggi, una permanenza fuori casa, in palestra? Le salviettine struccanti sono un’invenzione davvero utile che potrebbe fare al caso vostro.
  • Per rimuovere il trucco, l’uso del batuffolo di cotone imbevuto con balsami e oli detergenti, resta la soluzione migliore per struccarsi in modo efficace e delicato.

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FONTI DELLE IMMAGINI:
http://www.cosmopolitan.it/bellezza/suggerimenti/a110218/come-rimuovere-il-make-up-senza-struccante/
e la rete 🙂

di Monia De Tommaso