A scuola, in macchina, al lavoro, quando lo sbadiglio ti viene, ti viene. Comincia a insorgere un certo languorino, un po’ di freddo e anche voglia di dormire. Come si fa a non trattenere un sano e spontaneo sbadiglio? Che infatti sorge immediato.
Ed ecco che subito arriva di rimando quello del vicino di banco. E poi quello del suo vicino. E dell’altro ancora. In meno di due minuti tutto la classe, l’ufficio o chi ci sta vicino, sta sbadigliando: il movimento di mandibole che si aprono come le fauci di un leone affamato si propaga alla velocità della “hola” allo stadio.
Chissà quante volte vi è capitato. Basta uno sbadiglio che subito parte una raffica di reazioni a catena. Vi siete mai chiesti perché? Io e il mio ragazzo ce lo chiediamo ad ogni sbadiglio insieme tanto che alla fine mi ha convinta a cercare una risposta a questa domanda.
Innanzi tutto, perchè sbadigliamo? Sbadigliare è un atto assolutamente naturale, scatenato dai fattori e situazioni pocanzi citati (fame, freddo, sonno) e tutti gli animali, persino i pesci, lo fanno.
Molti credono erroneamente che lo sbadiglio non sia altro che un semplice “segnale” dell’individuo per manifestare la propria noia o un indice di cattiva digestione. In realtà è un segno di stanchezza (infatti si sbadiglia più frequentemente quando si è deboli, la sera, prima di andare a dormire) o una risposta autonoma dell’organismo che si accorge di avere bisogno di maggiore quantità di ossigeno e quindi cerca, con una respirazione particolarmente intensa e forzata qual è appunto lo sbadiglio, di compensare al deficit facendo allargare gli alveoli polmonari. Questi sono piccole sacche nelle quali avvengono gli scambi tra aria e sangue: l’aria che respiriamo rilascia ossigeno che viene incorporato nei globuli rossi per essere trasportato in circolo, mentre il sangue “in arrivo” scarica negli alveoli anidride carbonica di scarto perché questa venga eliminata con la respirazione.
Tuttavia i motivi per cui lo sbadiglio è contagioso, prerogativa questa dei soli esseri umani e di alcune specie di scimpanzé, sono ancora ignoti alla scienza. E anche le ragioni per cui alcuni soggetti sono più influenzati a “pandiculare” (questo il termine scientifico secondo Wikipedia) quando vedo o sentono (nel buio di un cinema per esempio) altre persone sbadigliare.
Questione d’empatia? Così si pensava. Ma una ricerca pubblicata sul numero del 14 marzo di Plos One e condotta da Elizabeth Cirulli e colleghi del Duke Center for Human Genome Variation (Carolina del Nord, Usa) evidenzia che non c’è nessun collegamento tra le doti empatiche di una persona, cioè la sua capacità di percepire e capire le emozioni altrui, e la sua propensione a esser contagiata dagli sbadigli.
E nemmeno dipende dal suo grado d’intelligenza, dalla stanchezza e non varia secondo le ore del giorno, come diversi ed autorevoli precedenti ricerche accademiche supportate da esami come la risonanza magnetica a immagini avevano dimostrato.
E allora quali sono le cause? Per scoprirlo i ricercatori hanno fatto vedere a 328 volontari un filmato di tre minuti di persone che sbadigliano. E hanno annotato quanti soggetti e quante volte hanno sbadigliato durante la proiezione: 322 almeno una volta, dimostrando che il gesto è contagioso. La Cirulle afferma:
“La mancanza di associazione tra sbadiglio ed empatia emersa nel nostro studio, il più completo ed esaustivo eseguito finora, suggerisce che non è semplicemente un prodotto della propria capacità empatica, intellettiva o delle condizioni fisiche”.
Infatti prima del test è stato valutato il livello di empatia, stanchezza, qualità del sonno e molti altri parametri in ciascun soggetto. L’unico fattore che sembra influenzare in modo rilevante il contagio da sbadiglio è l’età. L’avreste mai detto? Più si è vecchi, meno si sbadiglia. Penserete: a che scopo si finanziano studi di tal genere? Ma un motivo preciso c’è.
L’età influisce solo per l’otto per cento in questa fenomenologia comportamentale. Quindi, secondo i ricercatori, la propensione allo sbadiglio contagioso di quell’otto per cento di soggetti potrebbe essere di causa genetica. E siccome anche le persone autistiche e chi soffre di schizofrenia sono poco contagiate, scoprire quali geni e quali variazioni genetiche sono responsabili di questo meccanismo potrebbe portare a comprendere meglio il contributo genetico all’insorgere di tali patologie.
Allora, ve l’aspettavate?
FONTI DELLE IMMAGINI:
http://www.spaghettimag.it/perche-lo-sbadiglio-e-contagioso/
http://tuttosu.virgilio.it/tutto-su/sbadiglio.html
e la rete 🙂