Moda femminile nell’antica Grecia [Prima parte]

Abiti femminili nell'antica Grecia

Vi siete mai domandate cosa c’è dietro gli eleganti vestiti dal taglio greco? O quali siano e da dove provengano i famosissimi sandali “alla schiava?”. Tranquille, niente panico, la risposta è in questo articolo. Dopo l’antica Roma, diamo uno sguardo alla moda femminile nell’antica Grecia.
Sebbene agli inizi non esistessero grandi differenze fra l’abbigliamento maschile e quello femminile (anche se con il divieto di scambiarsi gli abiti le differenze divennero piuttosto evidenti) diversi particolari distinguevano le adolescenti dalle donne sposate, le prostitute dalle vedove, le donne dell’aristocrazia dalle popolane, le padrone dalle schiave.

Chitone ampio, peplo e chitone ionico

Da sinistra: chitone ampio, peplo e chitone ionico

Le differenze tra le vesti semplici e quelle più sfarzose crebbero sempre più e si moltiplicarono le forme intermedie. Persino le donne che non sempre riuscivano ad avere di che mangiare non si accontentavano tanto facilmente quando si trattava di vestiario. Non tanto diversamente dai giorni nostri…in fin dei conti essere donna è sempre la stessa storia!

Allontanandoci dalla complicata questione dell’illibatezza, generalmente le donne greche indossavano il peplo, rettangolo di stoffa (generalmente lana bianca o color zafferano) che veniva drappeggiato intorno al corpo sino a formare una sorta di tunica, che lasciava le braccia scoperte, e veniva fermato in vita da una cintura. Comunemente il peplo veniva rimboccato al di sopra della cintura, creando un effetto simile a quello di una moderna blusa.

Pepli e chitoni

Il peplo fu usato come vestito unico fino alla seconda metà del VI secolo, quando sostituito dal chitone, venne usato come camicia da notte o abito casalingo e a volte anche una specie di mantello. Il chitone, di origini ioniche, era costituito da due teli rettangolari sovrapposti e cuciti insieme sui lati. Mentre l’abito veniva fermato in vita da un cordone o una cintura, e fissato sulle spalle (inizialmente da spille fibule ed in seguito da vere e proprie cuciture) il seno era sorretto da una larga fascia, che aveva anche la funzione di nascondere l’apertura del vestito. Dal chitone ionico era possibile, tramite spille appuntate nella parte superiore dell’abito, ricavare anche delle maniche, ed era generalmente lungo sino ai piedi, a differenza del chitone dorico, che invece poteva essere anche più corto, ed era cucito soltanto su un lato. Il chitone era sempre vestito insieme ad un mantello, che poteva essere o il peplo o l’himation.

L’himation (costituito da un grosso triangolo di stoffa messo doppio) poteva essere indossato intorno alla testa, oppure fatto passare da sotto l’ascella alla spalla opposta. Con la stessa funzione, nelle stagioni più calde erano usati il diplax ed il chlamidon versioni dell’himation ma di dimensioni più ridotte.

Semplici forme, semplici tessuti ma dalla resa elegante. Cosa ne pensate?

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FONTI DELLE IMMAGINI:

http://letterepaoline.net/2011/02/06/l%E2%80%99abbigliamento-in-eta-ellenistica/
http://nerto.it/zine/index.php/gli-antichi-greci-come-a-woodstock-levento-dellanno-ai-tempi-di-platone-e-stato-sempre-uno-per-millenni-una-ciclicita-insita-nella-vita-e-nella-morte-delle-campagne-da-rivivere-assieme-alla/
http://nerto.it/zine/index.php/gli-antichi-greci-come-a-woodstock-levento-dellanno-ai-tempi-di-platone-e-stato-sempre-uno-per-millenni-una-ciclicita-insita-nella-vita-e-nella-morte-delle-campagne-da-rivivere-assieme-alla/

di Monia De Tommaso